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Prove di riavvicinamento

 

Dopo i fischi contro il Sassuolo, Leao ricuce lo strappo coi tifosi. Gratitudine ed entusiasmo nelle sue parole: "Senza di loro non sarei al top e spero di diventare capitano". Stasera c'è il Cagliari in coppa Italia

 

 

Non ci vuole molto per ricucire lo strappo tra Rafa Leao e quei fischi ingenerosi di sabato sera dopo l'1 a 0 col Sassuolo. Non ci vuole molto perché la sua intervista di Capodanno rilasciata in tempi non sospetti a Sky è una sorta di inno alla corrispondenza d'amorosi sensi con il pubblico milanista. «La pressione dei tifosi è positiva» spiega il giovane portoghese che ama il calcio quasi come la musica, la sua grande passione, con un post su Instagram. «Senza di loro non sarei al top» aggiunge a testimonianza di un rapporto che può anche sorvolare su qualche fischio e che tiene conto di un affetto morboso spuntato con lo scudetto 2022 e rimasto intatto negli anni. Anzi è proprio questo cordone ombelicale a suggerirgli il suo prossimo obiettivo («spero di diventare il capitano di questo Milan»), spiegato grazie al ricordo della prima volta (con il Verona) su decisione unanime di spogliatoio e allenatore. E proprio di Pioli Rafa Leao continua a parlare e a raccontare nell'anno che si affaccia a Milanello segnalando «di un inizio aggressivo» per poi trasformarsi «ora invece è come un padre per me», testimonianza plastica di come sia cambiato anche il tecnico di Parma negli anni consumati a casa Milan, salendo e scendendo gli scalini dei risultati «senza mai sentirmi fuori dalla porta» la frase ripetuta sabato sera dopo l'1 a 0 col Sassuolo.

Per Leao e per tutto il Milan, il 2023 è stato un anno complicato, difficile, di modesti risultati (al netto della semifinale di Champions league), documentato da qualche numero istruttivo (nelle 55 partite appena 25 successi, poi 14 pareggi e 16 sconfitte; 64 gol subiti, record negativo) e da rari ricordi felici (votato come miglior partita dell'anno Napoli-Milan 0-4 dello scorso torneo). E il 2024 comincia con una sequenza che mette a durissima prova la resistenza del gruppo nel quale permane un gran numero di infortunati, specie in difesa, così da rendere obbligatorio il ricorso al mercato di gennaio. «Vogliamo l'Europa league e so che Ibra che l'ha vinta può aiutarci» è l'altro obiettivo fissato da Leao che tradisce forse un eccesso di entusiasmo visto che dopo l'appuntamento di stasera col Cagliari in coppa Italia ci sarà una sequenza impegnativa in campionato (Empoli fuori, Roma in casa, Udinese in viaggio e Bologna a San Siro). Servirà un altro rinforzo del club in difesa per rendere meno vulnerabile quel reparto rimasto con Theo Hernandez e Kjaer per il ruolo di centrali con Calabria e Florenzi condannati agli straordinari. Qualche assenza di troppo si verifica anche a centrocampo dove Bennacer, rientrato finalmente a pieno regime dopo lunghissima assenza, è già partito per la coppa d'Africa. L'Algeria è stata intransigente al contrario della Nigeria che ha concesso a Chukwueze un permesso di 36 ore per partecipare questa sera alla sfida col Cagliari prima di volare ad Abuja.

Per tutti questi motivi, il ritorno del Milan in coppa Italia non può essere considerato un passaggio ininfluente. E, con le ridotte scorte a disposizione, Pioli è costretto a uno schieramento non molto diverso da quello di sabato scorso. In difesa Simic può dare il cambio allo stagionato Kjaer, a centrocampo può tornare stabilmente Adli mentre in attacco può essere la sera oltre che di Chukwueze anche di Jovic reduce da una promettente sequenza di gol in campionato. Tra tutti sarà ancora Leao l'osservato speciale: non c'è un ricambio per lui (Okafor pronto forse per Empoli) e allora, dopo lo strappo ricucito, servirebbe un gol per riconciliarsi definitivamente con San Siro.


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