edit Piero

 

L'invidia, una brutta bestia!

 

Un Milan che dà fastidio, quello che torna alla ribalta

 

Stiamo tornando, è ufficiale! Ne sono una conferma le parole di ieri del presidentissimo del Real Madrid Florentino Perez che ha dichiarato: “Siamo contenti che il Milan si sia risvegliato. Sono stati i nostri concorrenti/rivali europei per 50 anni; sono loro i nostri rivali, non il Barcellona né nessun altro”. Questo è un grande complimento amici miei. Il campo emetterà l’unico verdetto insindacabile, e per questo aspetteremo di vedere all’opera il nuovo Milan, ma l’operato di Fassone e Mirabelli ha raggiunto già due obiettivi precisi fin da ora.

Il primo è aver risvegliato l’entusiasmo sopito della tifoseria rossonera (e speriamo che la campagna abbonamenti ne dia conferma), il secondo consiste nel ridare al club il suo prestigio a livello internazionale: oggi l’Ac Milan è di nuovo un club che può sedersi al tavolo a trattare con tutti i top club europei guardandoli dritti negli occhi, da pari a pari. Dopo l’esautorazione di Adriano Galliani non pochi erano stati coloro che avevano fatto dell’ironia sul fatto che Fassone e Mirabelli non avrebbero trovato udienza presso i grandi presidenti dei club più importanti d’Europa perché nessuno sapeva chi fossero. Ed invece i fatti hanno smentito questo pregiudizio: se si hanno idee chiare, soldi e un grande brand alle spalle come quello milanista, nessuno si può rifiutare di trattare con te! E questa non è solo che lo spunto per trattare un fenomeno che sta prepotentemente prendendo piede in questo periodo.

La grande ironia e le prese per culo del periodo pre closing e dell’immediato post (fino alla fine del campionato) sta lasciando il posto ad un rosicamento senza precedenti innescati da una crescente invidia nei confronti di tutto ciò che è rossonero. Siamo riusciti anche nell’impresa oggi in Italia più grossa, e cioè far girare le palle al popolo juventino. Avete presente i risolini e la spocchia del dopo non-rinnovo di Donnarumma? Ebbene, il tutto si è trasformato in una rabbia a tratti anche violenta (almeno da parte di qualche imbecille nei confronti del figlio Matteo) con lo scippo perpetrato dalla dirigenza milanista di una delle colonne dell’invincibile Juve di questi anni, e cioè Leo Bonucci. Naturalmente da quel momento Bonucci è stato etichettato come un traditore, uno spacca spogliatoio, un ramo secco da tagliare, uno come tanti che la Juve società può sostituire come e quando vuole!

Finita qui? Ma neanche per niente. Attacchi ed ironia alla prima sconfitta del Milan in amichevole contro il Borussia, senza tenere conto del fatto che in Cina ha giocato la squadra dello scorso anno, che hanno preso parte alla gara solo tre dei nuovi acquisti e che Bonucci, Biglia, Conti ed Andre Siva (quattro titolari del nuovo Milan) erano nel frattempo su un aereo che li stava portando in Cina e che non si erano ancora neanche aggregati al gruppo. Ma non importa, qualcuno trova il modo di fare ironia e polemica. Così come è bastato vedere Kessie giocare con la maglia numero 19 per mettere in piedi una falsa ed inesistente polemica strisciante e potenziale tra lo stesso Kessie e Bonucci che di quel numero diventerà titolare. Ecco, vuoi vedere che Bonucci appena arrivato spaccherà anche questo spogliatoio?

In realtà questi episodi stanno dimostrando solo una cosa: i social network ci stanno dando la prova che nel mondo ci sono molti più coglioni di quelli che pensavamo potessero esistere. Per non parlare dell’invidia dei nostri cari cugini nerazzurri. Prima ci hanno rotto le scatole dicendo “va bene, andate pure avanti, che vedrete quello che succederà dopo il 1 luglio”. In realtà dopo il primo luglio non è successo ancora nulla, della potenza di Suning non si è ancora vista traccia, mentre dal clan nerazzurro i tesserati continuano a dire che “loro non hanno bisogno di seguire la direzione e la linea tenuta dal Milan”. E’ un po’ come quando la volpe non arriva all’uva. I tifosi interisti improvvisamente si sono accorti che forse i cinesi del Milan non sono dei pellegrini come si aspettavano che fossero, visto che il loro potente presidente non si era neanche degnato di stringergli la mano al derby, e che nel frattempo è anche chiamato a respingere in patria le accuse mosse da alcuni organi di informazione cinesi di riciclaggio di denaro per l’acquisto dell’Inter. Naturalmente quelli della Gazzetta nel riportare la notizia oltre ad abbassare i toni non si sono certo fatti scappare l’occasione di dire che di striscio ci sarebbe anche qualche notizia che riguarda Yonghong Li e che a differenza di Zhang non avrebbe alle spalle la solidità conclamata di Suning per uscire pulito da questa vicenda.

Lo sappiamo che tanto da qui alla fine del mercato l’Inter acquisterà Manolas, Nainggolan e Di Maria e che quindi si candiderà come unica rivale della Juve, ma intanto fa ridere tutta questa invidia e bile che gli stimo facendo ingoiare. Naturalmente del fatto che intanto l’Inter perde con una squadra di B tedesca non c’è neanche menzione. Fa notizia che a perdere fin da subito le amichevoli sia il Milan che per ora ha speso già 200 milioni. Vedete, nel calcio l’invidia ha un significato leggermente diverso rispetto a quello della vita di tutti i giorni. Quando all’unisono tutti i tifosi delle tue rivali più importanti cominciano a puntare le attenzioni su di te e cercano tutti i pretesti per attaccarti vuol dire che sei diventato forte e la concorrenza ha paura di te! Da lì scatta l’invidia, che è la certificazione del fatto che sei tornato ad occupare le posizioni che ti competono.

Un Milan scarso e provinciale fa comodo a tutti, non rompe le scatole e scatena anche simpatia e compassione da parte dei rivali. Un Milan potente non conviene a nessuno, poiché ha nel suo DNA dei geni vincenti come pochi. La verità oggettiva è una sola: eravamo la squadra che forse più di tutte aveva bisogno di rinforzarsi ripartendo da zero, e siamo arrivati alla metà di luglio come il club che ha operato meglio e che oggi come oggi è alla caccia dell’ultimo tassello per completare la rosa che affronterà la prossima stagione, ad un mese e mezzo dalla fine del mercato. Gli altri (escluso il Napoli che punta decisamente sulla squadra dello scorso anno) ancora sono ben lontani dal termine della costruzione della loro squadra, e questo naturalmente un po’ di fastidio lo genera. Noi intanto un bel po’ “di cose formali” le abbiamo già sistemate.

 

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